Natura e paesaggi d'invenzione
Gloria Vallese
...una grande maestria tecnica è del resto necessaria per far vivere in questo deserto surreale figure vicine e insieme lontanissime dal quotidiano: solitari totem di torba sorvolati da fantastici uccelli-nodo o profilati contro cieli nei quali si leggono sottili movimenti d'aria e di nubi, ceppi di antiche vegetazioni nei quali è possibile leggere simultaneamente diverse forme della natura; qui ventri ed ali di pennuti, più in là uno snodarsi di tubuli chiari simili ad appendici radicali. Assai belle sono le composizioni a più lastre, come quella che presenta in alto tre formazioni rocciose sospese in un deserto sotto un cielo scuro, al centro la visione ravvicinata di una delle tre rocce (che comincia a rivelarsi accidentata e solcata da appendici filiformi), infine una visione sottocutanea del terreno su cui la roccia si fonda e che si dimostra tutto perforato da tane che lo percorrono in ogni senso, come un sistema arterioso percorre i muscoli irrorandoli.
Questa pratica dimostrazione della profonda unità della natura, vivente o inerte, vegetale o animale, è uno degli aspetti più seducenti dell'arte di Zecchi.