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L'esploratore della porta accanto
di Graziano Campanini

In Arcadia, non più
di Enrico Davoli

L'esploratore malinconico
di Franco Basile

Il mondo a rovescio di Luigi Zecchi
di Eleonora Frattarolo

Qualcosa oltre l'apparenza
di Carlo Federico Teodoro

Incisioni
di Graziano Campanini

...nascono così
di Emilio Contini

Nel giardino della mente
di Gianni Cerioli

Labirinto
di Giancarlo Mandrioli

Natura e paesaggi d'invenzione
di Gloria Vallese

Quieti spaesamenti
di Vladimiro Zocca

Il grande solitario
di Giuseppe Zùnica

Il grande solitario

Giuseppe Zùnica

Zecchi ama procedere anche per temi. Quello dell'albero, o degli alberi, l'ha occupato per molto tempo, sempre con risultati eccellenti e di grande suggestione. Zecchi è un incisore ortodosso e sapiente che scrive i suoi racconti con una perizia e un'impaginazione non comuni. Sa realizzare immagini, apparentemente naturalistiche, con nitidezza e luminosità. La piccola acquaforte della quale vado scrivendo evoca la bellezza neoclassica di un cammeo o la preziosità di una miniatura. Già per questi motivi le sue incisioni si fanno ammirare e ci trasmettono un senso di serenità. Ma, a ben vedere, attraverso gli alberi, che sono natura e forza, Zecchi, io così credo, vuol ricordarci che intanto noi viviamo perché esiste questa terra, questa natura, e che se vorremo ostinarci, ciecamente e sordamente, a dimenticarlo non potremo esistere più. Dunque, non un naturalismo fine a sé stesso ma un memento non drammatico, non spaventoso, ma sereno e non per questo meno importante.

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